Quando spiego il lavoro che faccio in TEM ITALIA – come ad esempio a mia mamma o ai miei amici – ancora oggi la mia definizione è sempre la stessa: porto competenze nelle aziende per aiutarle a migliorare l’export, attraverso l’aiuto di manager preparati.

Quello che ha da sempre contraddistinto l’azione di TEM ITALIA nei confronti dell’impresa sono le competenze qualificate dei manager della nostra community, che offriamo alle aziende con la logica del temporary management.

Ma quali sono le competenze qualificate di un Export Manager?

Competenze di natura tecnica, principalmente di settore e di mercato, e competenze di natura trasversale, come capacità collaborativa, di ascolto e di iniziativa.

I Temporary Export Manager della community di TEM ITALIA con i quali lavoriamo hanno tutte queste qualità.

Ho già approfondito le qualità che un buon manager dell’export deve possedere nell’articolo Quel “PLUS” necessario a rinnovare il ruolo del Temporary Export Manager (spoiler non è il digitale), ma ora è necessario approfondire come un manager deve valorizzare le competenze acquisite e come “venderle” al meglio sul mercato delle competenze. 

Il 2021 ci ha fornito tutte le risposte necessarie.

Nella sua discontinuità sociale ed economica – che ho approfondito nell’articolo I “record” dell’export: un’inversione di tendenza negativa – l’anno che si è concluso ci ha donato degli spunti di riflessione molto concreti e ci ha indicato gli strumenti più efficaci per valorizzare nel mercato le competenze acquisite da ciascun manager. 

A mio avviso i punti principali sono 3, per i quali suggerisco anche il tipo di approccio da utilizzare:

Essere parte di una community, come TEM ITALIA, o di altri network di persone e focalizzati in specifiche aree di interesse.

  • È molto difficile farsi conoscere ed emergere autonomamente nel mercato delle competenze, per questo ci sono community reali e digitali come quella di TEM ITALIA che offrono ai manager dell’export la possibilità di fare networking, confrontarsi, creare contenuti e accedere a opportunità commerciali.
  • Anche gli export manager assunti in azienda devono individuare network esterni, poiché far parte di un gruppo di “colleghi” permette agli stessi di rimanere aggiornati e confrontarsi con punti di vista diversi.
  • In generale è necessario che tali gruppi siano calati nel contesto specialistico in cui opera il manager (export, finance, compliance, ecc); grandi gruppi con contesti molto diversificati possono creare relazioni di valore ma diminuire il focus e l’attenzione sulla materia professionale di ciascuno.

Ricercare sempre iniziative formative “trasversali”, sia virtuali che in presenza

  • Individuare canali formativi conosciuti e ben gestiti, spesso disponibili anche gratuiti o a prezzi contenuti, per generare networking tra i partecipanti.
  • Seguire percorsi di coaching: tali iniziative sono utili a valorizzare le skills di ognuno e prendere maggiore consapevolezza dei punti di forza personali (e ad aprire le proprie vedute).

Certificarsi (Norma UNI)

  • Per le attività professionali non regolamentate sono previsti percorsi di certificazione autorizzati, come la norma UNI 11823 per gli export manager (EXIM Manager), siano essi dipendenti o liberi professionisti. La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale del manager esperto di processi di import/export ed internazionalizzazione.
  • La norma, valida a livello internazionale, è stata approvata dal primario ente certificatore UNI, e nel medio periodo sarà conosciuta e spesso richiesta anche dalle aziende. Il singolo manager dovrà quindi certificarsi, attraverso un percorso formativo e un esame finale ben strutturato e impegnativo.

I punti qui elencati sono a mio avviso i 3 principali strumenti da utilizzare per farsi conoscere, e stimare, nel mercato delle competenze dell’export, sempre più concorrenziale e con un settore sempre più inflazionato, composto da manager non adeguatamente preparati o addirittura non competenti in materia. Un approfondimento sulla questione si trova nell’articolo La digitalizzazione dell’export e l’identità professionale.

In TEM ITALIA sensibilizziamo continuamente i manager e le aziende su questi temi, per dare tutela ad un settore, e ad una professione, che merita e pretende buoni manager, per supportare l’azienda nel nobile e impegnativo sviluppo commerciale e manageriale dei mercati esteri.

Questo è il nostro obiettivo principale per il 2022 in TEM ITALIA, e lo sarà sempre.

Damiano Santini

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